Louis Pasteur diceva che “meravigliarsi di ogni cosa è il primo passo della ragione verso la scoperta”. Coltivare la vite vuol dire affidarsi alla natura e alle sue regole, accettando i suoi tempi ed eventuali imprevisti. Diventa fondamentale conservare la capacità di stupirsi e meravigliarsi di fronte a scenari sempre nuovi, al fine di saper affrontare ogni sfida e cambiamento improvviso con spirito di adattabilità e resilienza.
Ed ecco che quando la stagione 2023 sembrava aver preso una direzione precisa, la natura ha stravolto le carte in tavola, presentandoci un nuovo scenario.
Cosa è cambiato?
Dopo un autunno e un inverno particolarmente asciutti, con scarse nevicate e pochi fenomeni piovosi, ci si aspettava di dover affrontare una situazione simile a quella vissuta nel 2022. L’inizio di stagione era ancora segnato dalla mancanza di acqua e, nonostante il germogliamento fosse partito in linea con le annate precedenti, iniziavamo a essere preoccupati di dover far fronte a un altro anno caratterizzato da scarse precipitazioni.
Verso il 20 di Aprile, proprio quando le piante erano nel pieno della crescita vegetativa – fase in cui la vite necessita maggiormente di apporto idrico – è iniziato un lungo periodo di piogge regolari e uniformi che ha portato la sommatoria delle precipitazioni a oltre 300 mm da inizio anno. L’erba è tornata a crescere rigogliosa, i fiori a invadere i filari e la vigna è tornata a respirare.
Le attività svolte in vigna
Grazie a un ritrovato ottimismo, ci siamo subito adoperati per affrontare le difficoltà operative causate dalle piogge prolungate, che toglievano tempo prezioso alla cura dei vigneti.
A maggio le temperature sono scese al di sotto della media stagionale, rallentando inizialmente la crescita delle viti. Dopo le attività di spollonatura abbiamo effettuato la scacchiatura e una leggera sfemminellatura, tutte operazioni condotte manualmente vite per vite, che mirano a eliminare i germogli in eccedenza così da concentrare le energie esclusivamente verso i tralci che poteranno i frutti.
Tra una pioggia e l’altra, abbiamo continuato con la palizzatura della spalliera, ovvero i tralci delle viti sono stati disposti manualmente in maniera ordinata e separata, così da favorire una buona esposizione e aerazione. Infine, siamo intervenuti per tagliare l’erba dell’interfila e del sottofila, in modo da limitare l’umidità che, se eccessiva, avrebbe potuto causare problemi dal punto di vista delle malattie.
Viste le abbondanti e ricorrenti piogge, abbiamo ritenuto opportuno svolgere alcune attività manualmente nei versanti più freschi, nello specifico la gestione del sottofila e la cimatura. Questa scelta è stata dettata sia dalla necessità di lavorare in sicurezza, ma anche dall’esigenza di non provocare danni al terreno particolarmente umido.
La fioritura è cominciata più tardi rispetto allo scorso anno, in linea con annate più classiche e per quanto riguarda il Nebbiolo si è conclusa intorno all’ultima settimana di maggio.
Lasciata alle spalle una primavera particolarmente piovosa, da alcuni giorni ha ufficialmente fatto capolino l’estate, per il momento contraddistinta da giornate calde e soleggiate che si alternano a notti fresche e ventilate.